mercoledì, maggio 10, 2006

il 20ennale a brindisi



è il momento delle celebrazioni. sotto è riportato l'intervento della nostra lilli boleto per il ventennale dell'unione di brindisi.




QUALE FUTURO PER LA NOSTRA PROFESSIONE?

Autorità, Presidenti, Colleghi tutti,


E’ con sincero piacere che partecipo oggi alla festa del ventennale dell’ U.G.D.C. di Brindisi sia in qualità di coordinatore regionale per la Puglia e Basilicata, che di professionista ed amica dei tanti colleghi conosciuti nelle avventure percorse insieme nella vita regionale e Nazionale dell’Unione Giovani.

In particolare mi piace ricordare l’avventura vissuta nel settembre 2000 per il Convegno Nazionale di Rosamarina organizzato congiuntamente dalle unioni di Bari-Trani e Brindisi, ed oggi vedo molti volti protagonisti dell’indimenticabile avventura che ha suggellato sincere amicizie!


L’occasione di discutere in questa tavola rotonda con gli illustri rappresentanti qui presenti della nostra categoria, non può che risvegliare il desiderio di un’intimo e costruttivo dibattito.


Questi venti anni dell’Unione di Brindisi ricorrono in un momento decisamente particolare per le professioni che vengono chiamate in causa in un inarrestabile processo di liberalizzazione dei mercati.

In un sistema capitalistico globalizzato che mira a produrre “conoscenza” ossia beni e servizi ad elevato contenuto di capitale intellettuale, le professioni intellettuali divengono fattore propulsore di questo nuovo sviluppo.

Il loro ruolo nella società diviene anello di congiunzione tra i principi dell’etica e della cultura con le regole della concorrenza e del profitto.

In particolare le professioni giuridico-contabili si interrogano sulle funzioni che possono svolgere quale risorsa per lo sviluppo economico e sociale del Paese, contemperando il principio della competenza con l’esigenza di tutela della collettività.

Da sempre noi dottori commercialisti siamo abituati a confrontarci e competere in un mercato vivace, affrontando quotidianamente la concorrenza adeguandoci culturalmente e professionalmente alle novita’ del mondo imprenditoriale allargando le nostre conoscenze e gestendo con capacità le variegate esigenze.

I dottori commercialisti, i giovani in particolare, sono in favore dell’innovazione ed anche dell’introduzione di elementi propulsivi che generino concorrenza, il tutto però nel rispetto di ciò che siamo, ovvero dei percorsi di studio, della qualità, dell’indipendenza, del nostro radicamento nel territorio.


Sulla base di tali considerazioni oggi siamo qui per confrontarci e leggere insieme, da protagonisti, il futuro della professione per meglio delinearne le reali prospettive nel panorama economico.


Assistiamo però da qualche tempo a continui attacchi su autorevoli quotidiani e da parte di ben precise rappresentanze di categoria, volti al discredito della professione nell’opinione pubblica, attacchi in cui le professioni sono spesso dipinte come un freno alla ripresa dell’economia italiana.

E’ così che il commercialista da protagonista accanto all’imprenditore della crescita economica negli anni 50, si è trasformato, nell’immaginario collettivo, in un mistificatore di bilanci che vive all’ombra di arcaici privilegi ordinistici, sconvolto dalla ipotesi di una concorrenza, ulteriore “ costo” nei già pesanti bilanci delle imprese……


Ecco quindi che appare evidente quale deve essere il primo obiettivo per disegnare il futuro della nostra professione: lavorare per migliorare la percezione esterna del ruolo del dottore commercialista. Recuperare insomma l’importanza sociale della nostra attività, evidenziandone la sua rilevanza ai fini dei pubblici interessi, un professionista che rappresenta valore aggiunto per le imprese in un mercato in continua evoluzione.

Il commercialista deve essere interlocutore del benessere sociale attraverso la collaborazione fattiva alla politica economica e fiscale del Paese.


Per imboccare la direzione indicata, i professionisti, i giovani in particolare, devono procedere su due direttrici ben precise, assolutamente imprescindibili tra loro:


Etica e deontologia


Preparazione e qualità della professione



La professione è vincente se deontologicamente corretta!

Deontologia intesa non come obblighi, regole, mero strumento per esercitare la libera professione, ma essenza stessa del professionista, insito fondamento del suo operare quotidiano .

La deontologia va quindi studiata, insegnata ed applicata…..e che gli Ordini professionali vigilino opportunamente , per il bene della professione!


Ecco che la competenza, la professionalità e l’indipendenza del dottore commercialista, diventano garanzia del suo operato, garanzia della veridicita’ dei dati aziendali, garanzia dell’attendibilità delle informazioni fornite ai terzi con cui il professionista interagisce; professionalità e competenza dunque quale passaporto per la richiesta di fiducia del mercato.

Formazione professionale e deontologia diventano vere e proprie necessità sociali per avere prestazioni adeguate al mercato.



Per quest’opera di ricostruzione della nostra immagine professionale servono regole certe dagli organi di governo della nostra categoria, regole che contribuiranno a fornire un’immagine più forte ed autorevole all’esterno. E cito alcune delle scommesse che dobbiamo affrontare


ALBO UNICO


La casa comune del DL139 è nata in acque molto agitate, ma è nata!

E’ una realta’ legiferata. Servono allora regole ed indirizzi certi e concreti dai vertici di categoria perché, tirati su i muri della casa, la si renda abitabile! 60 mila professionisti, di cui il 65% giovani, non avranno altri tetti sotto i quali dimorare la loro professione.



RIFORMA DELLE PROFESSIONI


Se ne parla da vent’anni, la Riforma delle professioni è ormai imprescindibile.


Anche in questo caso vanno tenuti alcuni punti fermi per la nostra categoria.

Se è vero che dall’Europa giunge una voce che chiede maggiore concorrenza nell’ambito delle professioni, è altrettanto vero che tale modernizzazione non deve necessariamente significare abolizione degli Ordini professionali , che rappresentano una garanzia di tutela dei terzi per la competenza e la correttezza degli iscritti,uno strumento importante per la salvaguardia delle peculiarità del mondo professionale.


La via delle riforme non fa paura al dottore commercialista che, rispetto alle altre professioni , è già avanti su alcuni punti:


i commercialisti hanno già resa obbligatoria la Formazione professionale continua che abbisogna tuttavia di regole certe per evitare sconti e condoni impopolari ed iniqui per tutti coloro, come i giovani iscritti all’unione nazionale, che da anni frequentano corsi e convegni per ottemperare agli obblighi;
Questa è la vera sfida attraverso step di qualità e secondo l’esperienza maturata;


i commercialisti non chiedono né riserve né esclusive anzi combattono per l’abolizione di privilegi ( vedi 730) e chiedono una riforma che vada nella direzione degli interessi del Paese affinché si riconosca al capitale intellettuale il giusto ruolo decisivo per lo sviluppo del sistema; tuttavia deve esserci riconosciuto il ruolo di consiglieri d’impresa, per una professione di alto livello dove le guerre da vincere non sono i compensi di 0,51 euro, ma il riconoscimento di un’interlocuzione attiva e propositiva nelle decisioni che riguardano il futuro;


esiste già un codice deontologico vigente, e probabilmente occorre una migliore regolamentazione delle funzioni disciplinari degli Ordini.


In conclusione va sottolineato che, il vero ed unico patrimonio dei liberi professionisti è costituito dalla loro preparazione, dai continui aggiornamenti, dal costante adattamento alle molteplici necessità del mercato e della legislazione , dalla loro profonda indipendenza e correttezza a tutela dei terzi. Noi non temiamo la concorrenza, la affrontiamo già tutti i giorni da anni, soprattutto i giovani!


Ma non accettiamo di essere considerati un peso o addirittura un freno alla liberalizzazione del Paese, anzi ci sentiamo artefici indispensabili del processo di riforma necessario al recupero di quella competitività di cui il Paese ha bisogno.


Per il rispetto della figura del dottore commercialista ci sembra opportuno richiedere poche regole che regolino meglio rispetto a molte regole che non regolano nulla!