martedì, maggio 09, 2006

il 40ennale a roma



l'unione ha compiuto 40 anni, ma se aveste visto la grinta e lo spirito con cui rivendicavano la loro appartenenza unione i past president, di certo avreste sentito una scossa la stessa che ho sentito io.
sono contento di esserci stato, ho capito ancora di più e ancora meglio cosa signoifica essere unione, ho capito perchè quello che provo nel cuore ho potuto vederlo stampato in faccia e negli occhi dei colleghi che ho incontrato.
e questo spirito questa forza che si respirava nell'aria ha fatto il miracolo.
nella riunione dei presidenti di sabato l'intervento del nostro ferdinando ha lasciato tutti a bocca aperta.

e si ferdinando avevi una tendenza all'intervento formale e un po' legato, sabato ti sei lanciato invece in un triplo carpiato con doppio avvitamento!

e sono piovuti gli applausi!
purtroppo sono stato cosi' preso dall'ascolto della sua relazione che ho scordato di scattargli una foto.
cerco di rimediare.
nei commenti potete leggere il testo della relazione del nostro presidente ferdinando boccia

1 Comments:

At 9/5/06, Blogger il rosso said...

Cari Colleghi,
innanzi tutto desidero congratularmi con la Giunta Nazionale e con il suo
Presidente per le molte iniziative, tutte di primaria importanza, portate avanti in
questo periodo.
Una per tutte, vale la pena citarla, è quella per la richiesta di modifica
del primo comma dell’art. 42 del D.Lgs. 139/05, che sta vedendo in questi giorni
particolarmente impegnato il Direttivo che ho l’onore di presiedere.
Tuttavia la battaglia che mi sta particolarmente a cuore in questo
momento, e che vorrei condividere proprio con la Giunta Nazionale, è quella sul ruolo
del dottore commercialista all’interno della società civile e sulla percezione che la
stessa società civile ha del dottore commercialista.
A tale proposito voglio cogliere spunto da una dichiarazione fatta da un
noto esponente politico dell’attuale maggioranza (Luciano Violante) nel corso della
puntata della trasmissione televisiva ‘PORTA a PORTA’ del 25.4.2006, in cui si parlava
della cattura del capomafia Provenzano (http://www.portaaporta.rai.it, min. 47.13 di trasmissione);
dichiarazione che, segnalata dal collega Luigi Maida di Foggia, è stata oggetto di
confronto anche con gli amici Presidenti delle altre Unioni di Puglia e Basilicata.
Violante, che certamente non è l’ultimo degli sprovveduti, vanta tra
l'altro un passato da uomo di legge, volendo citare un passaggio di una conversazione
intrattenuta con un collaboratore di giustizia quando ricopriva l’incarico di Presidente
dell’Antimafia affermava all’incirca quanto segue:
“Un giorno ho chiesto ad un collaboratore di giustizia: ma voi tutti questi
soldi come li gestite?
E lui mi ha interrogato a sua volta chiedendomi: “... se Lei avesse
dei soldi da investire a chi si rivolgerebbe? ...”.
Ed io gli ho risposto: “... non ce li ho, ma se li avessi andrei da un
commercialista”.
A questo punto il collaboratore ha affermato: “anche noi!”
Ed ha proseguito chiedendo: “... se però Lei non si ritiene soddisfatto del
commercialista che fa?”.
Ed io ho risposto: “lo cambierei”.
A tale risposta il collaboratore ha risposto: “... e noi lo
ammazziamo ... ecco la differenza tra noi e voi ...”
E rincarando la dose il giornalista Felice Cavallaro del Corriere della Sera diceva:
“ ………il problema è trovare questi commercialisti e la rete di imprenditori e
uomini politici che stanno attorno al grande capo e che trasformano un uomo
apparentemente innocuo, questo contadino, in un punto di unione di un sistema
devastante per la società ……”
Ora, non voglio soffermarmi sulle questioni di pretesa lesione
dell’immagine del commercialista, come pure alcuni miei conterranei mi avrebbero
invitato a fare; anche se forse varrebbe la pena riflettere anche su queste questioni.
Voglio, invece, da un lato soffermarmi proprio sull’ignoranza (nel senso
della non conoscenza) di quali siano, nell’immaginario collettivo, i compiti che i
commercialisti di norma svolgono e di quelli che per legge possono svolgere e,
dall'altro, riflettere sul luogo comune, che forse è il caso di sfatare una volta per
tutte, che quando c'è da fare imbrogli, piccoli o grandi che siano, ci si rivolge al
'commercialista'.
So che la Giunta è impegnata anche su questo aspetto che ritengo di
importanza fondamentale se vogliamo davvero acquisire un ruolo e una credibilità
pubblica agli occhi sia della società civile e, a questo punto dobbiamo dirlo, anche del
legislatore.
Tornando all’episodio dal quale ho preso spunto, dovrebbe essere noto a
tutti, tanto più ad un politico di mestiere, che in base all’ordinamento attuale, al
dottore commercialista non è consentito fare da consulente nel campo della gestione
del risparmio, ma evidentemente così non è, se anche persone così attente come
quelle citate cadono in errore.
Dove voglio arrivare.
Tutto ciò è sintomatico di una confusione generale che regna intorno al
mondo del ‘dottore commercialista’.
Bisogna, quindi, che tutti noi ci si impegni perché possa risultare chiaro
agli occhi di tutti che il dottore commercialista è un professionista in materie
giuridico-economiche e come tale deve essere considerato e trattato.
Il dottore commercialista non può essere equiparato ad una società di
servizi, non può essere equiparato a un promotore finanziario, ovvero ad un istituto di
credito, (anche se spesso siamo i primi finanziatori dei nostri clienti; ma questa è
un’altra storia), o chissà a cos’altro.
Il dottore commercialista è un economista aziendale e giurista
d’impresa, come recita l’art. 1 del D.Lgs. 139.
Dicevo quindi ... non è una banca e pertanto (e qui il salto logico e verso
la nuova normativa antiriciclaggio) ... non può essere trattato come una banca in
quanto a obblighi: ... identificare, registrare, archiviare e se del caso anche segnalare
le operazioni poste in essere dai NOSTRI STESSI CLIENTI.
Mi sembra che un primo passo in questo senso sia stato compiuto con il
documento del Consiglio Nazionale diffuso qualche giorno fa nel quale si chiede al
legislatore una disciplina ad hoc per gli appartenenti al nostro ordine. Ma come è
facile comprendere, molto ancora deve essere fatto.
Ed allora l’auspicio qual’è?
È quello di riappropriarci delle competenze specifiche, così come
indicate nell’art.1 del 139, in modo da far valere, con orgoglio, il ruolo che ci è
proprio e consolidare agli occhi del legislatore la veste di interlocutori autorevoli e
propositivi, non quello di interlocutori passivi che subiscono qualsiasi capriccio possa
agevolare le pubbliche amministrazioni.
Se lo vogliamo possiamo essere professionisti al servizio dei cittadini,
questo si; non gli sportelli telematici dell’Agenzia delle Entrate, o delle Camere di
Commercio; ... loro impiegati, non retribuiti!!!
Siamo professionisti fino in fondo, e in ultima analisi potremmo anche
accettare di essere per così dire ‘arruolati’ dalle pubbliche amministrazioni ma a
questo punto chiediamo il riconoscimento di un ruolo sociale con tutto ciò che esso
comporta in termini di vantaggi per la categoria.
Siamo stufi di dover assecondare tutte le nuove incombenze che il
Ministero o il Ministro di turno ci riversa addosso senza che ci venga riconosciuto alcun
beneficio concreto, se non elemosine.
Una cosa è certa! chi ha letto ‘ITALIA OGGI’ di avant’ieri sa a cosa mi
riferisco; ... non vogliamo più essere ‘PUFFI COMMERCIALISTI’.
Vi ringrazio per l’attenzione.
Roma, 6 maggio 2006
Ferdinando Boccia

 

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